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Contributo affitto: chi ne ha diritto?

Contributo affitto: chi ne ha diritto?

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Contributo affitto

Le spese sono tante e gli introiti sembrano non bastare mai: alzi la mano chi non ha questo genere di problema. Il bello è che nemmeno un lavoro stabile riesce ormai a sollevarci da angosce e preoccupazioni. Gli imprevisti e la crisi poi sono sempre dietro l’angolo… Tra le uscite mensili che più affliggono gli italiani ci sono di certo quelle relative alla locazione. In molti si chiedono se, a parte andare a vivere sotto i ponti, esista un modo per risolvere, anche se temporaneamente, il problema. Fortunatamente sì! Si tratta del contributo affitto che può spesso rappresentare un valido appiglio. Certo, per richiederlo bisogna possedere determinati requisiti, ma in molti casi esso è quasi una manna dal cielo.

Ma di cosa si tratta esattamente? Chi ne ha diritto? Possiamo tutti sperare di arrivare a fine mese un po’ più tranquilli? Quante domande! Scopriamo insieme chi può ambire a tirare un bel sospiro di sollievo…

Contributo affitto: di cosa si tratta?

Il contributo affitto altro non è che un sussidio statale. Questa piccola agevolazione è destinata ad aiutare le famiglie che affrontano gravi problemi economici e che non riescono più a corrispondere il mensile al padrone di casa. Tale denaro viene erogato dal governo attingendo al Fondo Morosità Incolpevole o al Fondo Nazionale Sostegno all’Accesso alle Abitazioni in Locazione. Sono comunque i Comuni che si preoccupano di istituire degli appositi bandi finalizzati all’erogazione di tale sovvenzione. Questo significa che la data di pubblicazione degli stessi può variare da una territorialità all’altra. Per avere in merito delle informazioni più precise è quindi bene visitare periodicamente il sito del Comune di riferimento. In alternativa può essere utile monitorare i portali del Sunia, dell’Unione Inquilini oppure ancora del Sicet.

Come richiederlo

Per ottenere il contributo di affitto è necessario presentare la domanda presso il comune di residenza, puoi farlo subito:

Roma
Milano
Firenze
Palermo

Piccola precisazione: i fondi di cui sopra sono da considerarsi attivi soltanto nelle municipalità ad alta tensione abitativa. Ad ogni richiedente ritenuto idoneo a percepire tale sussidio verrà versato un assegno. L’importo dello stesso sarà calcolato sottraendo all’ammontare del mensile il canone normalmente richiesto per l’affitto di una casa popolare adeguata alla famiglia dell’utente. Certo, magari a queste condizioni il sussidio non basterà a coprire per intero l’esborso mensile, ma sarà comunque d’aiuto.

Contributo affitto: a chi spetta?

Ovviamente alle famiglie in seria difficoltà economica. Tra l’altro, per aver accesso al fondo sarà necessario dimostrare di attraversare una crisi monetaria indipendente dalla propria volontà di risollevarsi. Lo Stato quindi, secondo tali principi, assegnerà il sussidio ai disoccupati, ai cassa integrati, ed a chi abbia subito delle riduzioni forzate dell’orario di lavoro. Il bonus andrà inoltre a chi non ha ricevuto rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato, ai titolari di attività fallite oppure ancora a chi affronti l’infortunio o il decesso di uno dei percettori di reddito all’interno del nucleo familiare. In poche parole deve essere chiaro agli occhi della legge l’intento di pensare da sé al sostentamento individuale. Dove non si arriva con le proprie forze quindi provvederà lo Stato. Ma non è ancora tutto.

Pur rientrando nelle precedenti casistiche, bisogna soddisfare anche altri criteri selettivi per poter sperare di ottenere questo contributo. In particolare il reddito ISEE dovrà essere minore di 26 mila euro annui. A ben vedere si tratta di un introito di media entità. Inoltre nessuno dei familiari dovrà avere proprietà immobiliari né godere di usufrutto. Tale limitazione, ad essere precisi, vale comunque soltanto all’interno del comune di riferimento. In più è necessario che il richiedente abbia già ricevuto avviso di sfratto per morosità e che abbia abitato in un casa il cui contratto d’affitto fosse regolarmente registrato.

Chi non ha diritto al bonus?

Chi non rientra nella categoria degli inquilini aventi diritto al contributo affitto? Sicuramente coloro i quali risiedono in abitazioni di lusso, abitino nella stessa dimora da meno di 1 anno, non siano cittadini italiani, UE o regolarizzati. Sin qui niente da eccepire.

Inoltre, nel caso in cui i fondi comunali non bastino a soddisfare tutte le richieste pervenute, si procederà assegnando il sussidio secondo criteri preferenziali. Brutta notizia? Per alcuni magari sì. Tali restrizioni però sono funzionali alla tutela dei diritti dei più deboli. Chi viene in tal senso “agevolato”? Beh, sicuramente le famiglie in cui vive un minorenne o un over 70 oppure ancora un invalido (almeno al 74%). Tali nuclei familiari viaggeranno su corsia preferenziale.

Come è facile intuire pur possedendo i giusti requisiti si può quindi essere esclusi dalla lista degli aventi diritto al bonus. Giusto o sbagliato che sia dovremmo farcene una ragione. Attenzione quindi a non fare i conti senza l’oste ed a non considerarsi mai assegnatari del sussidio prima di riceverne effettiva comunicazione.

Informazioni utili

La legge di bilancio 2019 ha stabilito per il contributo affitto lo stanziamento di una cifra pari a 190 milioni di euro. Il sussidio, tra l’altro, ha un tetto massimo di erogazione pari ad 8000 euro annui per utente. Questo significa che, se interessati, si dovrà produrre la necessaria documentazione il prima possibile. Il rischio di non arrivare ad assaggiare una fetta di torta, per così dire, è del resto molto alto. Complice la crisi infatti, le famiglie che vivono un disagio economico sono ormai parecchie. Il suggerimento è quindi quello di procedere quotidianamente a controlli e verifiche del sito di riferimento. Ciò perché, come abbiamo detto, per accedere al sostegno bisogna basarsi sul bando pubblicato dalla propria municipalità. Tale bando può essere reso noto in qualsiasi momento.

Attenzione: il contributo verrà assegnato a condizione che il proprietario dell’immobile revochi o proroghi lo sfratto. Ma non è ancora tutto. Eventuali nuovi contratti stipulati durante la cessione del contributo saranno pagati dal Comune per non più di tre mensilità. La domanda per la concessione del contributo affitto va presentata solo ed esclusivamente al Comune di residenza.

A breve pubblicheremo la guida gratuita con le regole da seguire per ottenere le nuove agevolazioni
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