Divorzio e casa coniugale

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Divorzio e casa coniugale: si tratta di un grande classico giudiziario in costante replica  in tutti i tribunali d’Italia. Se è vero che tra moglie e marito bisognerebbe non mettere dito, la legge deve infatti  intervenire spesso in queste faccende. Perché? Beh, innanzitutto per stabilire a chi spetti il possesso dell’appartamento coniugale. Nella maggior parte dei casi si tratta di una brutta gatta da pelare, non c’è che dire. Lo sanno bene i giudici chiamati a riesaminare gli stessi incartamenti più e più volte e gli avvocati di parte che non sempre hanno vita facile.

Vediamo allora come stanno le cose, con l’augurio che questo articoletto serva solo ad informare chi legge e nulla più. Le cause per divorzio infatti, con annessa assegnazione della casa coniugale, possono essere lunghe, complicate e costose… meglio evitare!

Bella domanda, verrebbe subito da rispondere. Le discriminanti di cui tenere conto infatti sono parecchie e molte di queste possono fare la differenza tra pratiche apparentemente simili. Ma andiamo con ordine. Iniziamo dal caso della separazione consensuale, il più semplice in assoluto. Se marito e moglie decidono di comune accordo di dividere le loro strade, saranno loro a decidere anche che fine debba fare la casa. Poco importa se l’abitazione è intestata ad entrambi o soltanto ad uno di loro: si troveranno soluzioni che non passino per il tribunale. Nel dettaglio quindi l’immobile resterà al proprietario legale con beneplacito dell’altro coniuge, verrà donato all’ex o si divideranno in parti uguali i profitti derivanti da una sua eventuale vendita.

In caso di divorzi più dibattuti, spetterà al giudice mettere bocca sul capitolo casa. Normalmente in tali circostanze il magistrato preferisce assegnare l’appartamento a chi avrà la custodia dei figli. A tale scopo sarà necessario quindi affrontare un regolare processo. Chiaramente tale concessione non sarà comunque per sempre. Il diritto del coniuge non proprietario di abitare nella casa coniugale infatti cesserà con il raggiungimento della maggiore età dei bambini o con la loro indipendenza economica. L’ex inoltre perderà il diritto di vivere nella casa assegnatagli se dovesse trasferirsi altrove. Stesso discorso varrebbe se i figli decidessero di vivere in un loro appartamento.

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Divorzio senza figli: a chi spetta la casa coniugale

Anche in questo caso la soluzione è tutto sommato abbastanza semplice. La casa resta infatti al proprietario legale, a prescindere dal reddito dell’altro coniuge. Ovviamente ciò vale soltanto nel caso in cui si decida di ricorrere ad una separazione giudiziale. Diversamente, come abbiamo già visto, marito e moglie potranno optare per altre soluzioni. Quando la casa viene acquistata in regime di comunione legale si procederà quindi vendendo l’immobile o, in alternativa, assegnandolo ad uno dei due pretendenti.

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I soliti furbetti

Attenzione poi ai soliti furbetti: proprio quelli non mancano mai. Nello specifico infatti alcuni potrebbero inscenare dei finti divorzi per trarne beneficio economico. Il trucchetto viene utilizzato spesso da individui soggetti a pignoramenti o da cattivi pagatori. Con un atto di separazione consensuale il soggetto cede quindi i suoi averi al finto ex facendo sì che nessuno possa appropriarsene. Si tratta sicuramente di una scappatoia legale abbastanza praticata, ma non sempre destinata ad andare a buon fine. Se i creditori dovessero riuscire a dimostrare la sussistenza di un falso divorzio, il patrimonio sarebbe infatti nuovamente in pericolo.

Se qualcuno tentasse quindi di sottrarsi ad un eventuale debito contratto attenzione ai suoi comportamenti. Addotto il divorzio come la ragione per cui non gli è possibile saldare dei passivi, dovrebbero destare sospetto alcuni atteggiamenti non proprio razionali. Quali? Beh, in primis la condivisione del tetto coniugale con il partner e l’assegnazione dell’appartamento all’altro coniuge nonostante l’assenza di figli. Del resto: chi vorrebbe continuare a vivere con il suo ex? In quanti accetterebbero senza batter ciglio di spogliarsi di tutti i propri averi?

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La casa comprata con il convivente 

Un altro caso limite è quello relativo alle coppie di fatto. Si tratta di un problema molto recente, ma la legge ha già avuto tempo di risolverlo. Molti fidanzati o conviventi scelgono di comprare casa insieme. Tutto lecito, per carità. Nel caso in cui essi dovessero separarsi però a chi andrebbe l’appartamento? Niente di più semplice. Anche stavolta vale la regola dell’assegnazione dell’immobile a chi, in caso di presenza di figli dovesse averne la custodia. Diversamente, l’appartamento andrà al proprietario legale dello stesso. In assenza di controversie legali comunque i conviventi saranno liberi di stabilire autonomamente a chi assegnare la casa. Anche stavolta la soluzione potrebbe essere quella di vendere l’immobile. Un’alternativa altrettanto valida potrebbe essere poi quella di cederlo in affitto. In entrambi i casi i proventi dovrebbero però essere equamente divisi tra le parti.

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